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martedì 11 novembre 2008

Speranza


Speranza.

“Speranza” è una parola usata spesso, a volte com certezza è una parola abusata, usata inapropriamente. Viviamo in tempi difficili, in Africa come nell'opulento occidente. In questi tempi sperare non è facile, sembra quasi che si faccia fatica a sperare. Penso a diverse nazioni occidentali con un altissimo numero di suicidi: la presenza non della speranza ma della disperazione. Io e tanti altri come me, viviamo con un “difetto di fabbrica”: speriamo. Amo definirmi un uomo di speranza e questa mia speranza ha solide basi: Dio.

L'indimenticato frère Roger lo ricorda: «La sorgente della speranza è in Dio, che non può che amare e che instancabilmente ci cerca». Nelle Scritture ebraiche, questa Sorgente misteriosa della vita che noi chiamiamo Dio si fa conoscere perché chiama gli esseri umani a entrare in una relazione con lui: stabilisce un’alleanza con loro. La Bibbia definisce le caratteristiche del Dio dell’alleanza con due parole ebraiche: hesed e emet (Esodo 34,6; Salmi 25,10; 40,11-12; 85,11). Generalmente, si traducono con «amore» e «fedeltà». Dapprima ci dicono che Dio è bontà e benevolenza senza limiti e si prende cura dei suoi, e in secondo luogo, che Dio non abbandonerà mai quelli che ha chiamati ad entrare nella sua comunione.

Ecco la sorgente della speranza biblica. Se Dio è buono e non cambia mai il suo atteggiamento né ci abbandona mai, allora, qualunque siano le difficoltà - se il mondo così come lo vediamo è talmente lontano dalla giustizia, dalla pace, dalla solidarietà e dalla compassione - per i credenti non è una situazione definitiva. Nella loro fede in Dio, i credenti attingono l’attesa di un mondo secondo la volontà di Dio o, in altre parole, secondo il suo amore.
Nella Bibbia, questa speranza è spesso espressa con la nozione di promessa. Quando Dio entra in relazione con gli esseri umani, in generale questo va di pari passo con la promessa di una vita più grande. Ciò inizia già con la storia di Abramo: «Ti benedirò, disse Dio ad Abramo. E in te saranno benedette tutte le famiglie della terra» (Genesi 12,2-3).
Vi dico questo per cercare di condividere le pazze speranze che accompagnano i nostri giorni qui in Angola, e per comprendere meglio le pazze speranze di tanti confratelli salesiani in Italia per esempio. Io credo nella promessa di Dio e mi metto a disposizione per cercare di realizzarla qui ed ora.
In questi giorni ho molte speranza che mi danno grattacapi, sorrisi e gioie. La speranza in molti giovani della mia parrocchia, risorse che Gesù mi ha fatto incontrare e che potranno essere suoi utili strumenti per la realizzazione del Regno di Dio, che detto in altre parole è il bene comune.
Molti di loro, una quindicina circa, potranno mettersi al servizio del bene non solo come volontari. Con progetti diversi sono (grazie all'aiuto di tanti amici) riuscito a trovare del denaro da poter investire in piccoli stipendi: alcuni saranno alleducatori e responsabili di diversi nuclei nel Polidesportivo Dom Bosco. Altri lavoreranno per un progetto sulla Dottrina Sociale della Chiesa (in specifico area diritti umani), di cui voglio parlarvi oggi.

I nostri giovani comprendono il significato della parola speranza. È un significato che hanno compreso in 30 anni di guerra civile. Sono nati sotto le bombe, tra violenze indicibili e non denunciate come è accaduto in altre partio del mondo. Oggi continuano a vivere in una società violentissima, orrorifica e inumana. Vuoi studiare? Paga la tangente. Ti ferma la polizia, sei in regola? Non fa nulla se vuoi andare via paga la tangente. Vai a ritirare un documento, lo vuoi? Paga la tangente. Devi andare al lavoro, pochi “kandongeiros” (taxi), paga la tangente, cioè il doppio del biglietto per salire. Hai pagato la tangente per entrare a scuola, si arriva agli esami, all'esame finale: o si paga altro o arriveranno problemi. In tutto questo l'insicurezza sociale data dal banditismo, in qualsiasi momento ti possono attaccare per derubarti: ora quello che hai addosso, ora la macchina stessa.
In un quotidiano così i nostri giovani sperano, non per le promesse del governo, ma per la certezza di un Dio che li ama e che non li lascia soli.
Nel nostro progetto abbiamo inserito un piccolo aiuto: una sala di informatica. A che serve? Li aiuta? Si!
I libri qui costano cifre assurde, mezzo stipendio di molti. Oggi su internet è possibile scaricare libri, studiare, fare ricerche serie (non copia incolla). Esiste una realtà chiamata OPEN SOURCE che permetto un accesso libero e democratico a delle risorse informatiche come programmi e sistemi operativi, di alta qualità e a costo zero. Con queste risorse open source è possibile migliorare il proprio studio, il proprio livello.
Si possono utilizzare programmi uguali a coral draw, o fotoshop (grafica) completamente legali e gratuiti. Si possono utilizzare programmi come autocad legali e gratuiti. L'intero pacchetto office è a disposizine legalmente (basta copie pirata) e gratuitamente.
Questi sistemi operativi non sono attaccati dai virus, qui significa proteggere le pennette informatiche dei nostri ragazzi, i quali spesso perdono tutto quello che hanno salvato (ho accompagnato più di un caso di tesi salvate e perdute) per colpa di virus, in un paese dove internet è un bene di lusso accessibile a pochissimi.
In questa sala di informatica (si realizzerà grazie alla partecipazione alla nostra speranza del VIS e della Comunità Europea) insegneremo quindi: sistema operativo LINUX, in particolare UBUNTU. Utilizzo di programmi open source come OpenOffice, Gimp, Scribus ecc..
Faremo corsi al mattino e al pomeriggio, per poter raggiungere il maggior numero di giovani, lasciando la possibilità (legale) di copiare e distribuire tutto. Potranno fare ricerche per la scuola e per le loro attività. Sarà proibito scaricare musica, giochi o film, non rientra nelle nostre priorità.
Che c'entra con la speranza? Miei cari, erano due anni che speravo di poter lavorare su questo, ed ora è possibile. Mancano ancora molte cose: dobbiamo trovare chi paghi il viaggio ad un esperto UBUNTU brasiliano, in maniera tale che possa dare un corso qui al nostro personale, il quale in seguito lo moltiplicherà. Dobbiamo trovare qui del personale qualificato che accompagni i vari corsi e segua la manutenzione della sala. Sono cose non tanto semplici qui in Angola, ma ho SPERANZA che il Signore non ci farà mancare altri aiuti, ora che il grosso lo ha fatto!
Dimenticavo: qui è un problema la libera comunicazione, la trasmissione di idee e notizie. Vogliamo insegnare ai nostri ragazzi ad usare internet anche per questo: BLOG.
L'idea è quella di spazi aperti dove incontrarsi e scambiarsi idee, condividere liberamente.
Vi dico la mia ultima speranza: qualcuno che si aggreghi a noi e che si preoccupi di far entrare computer non di ultima generazione in Angola, a prezzi bassi (penso qualcuno che lo faccia a prezzo di costo, pc scartati in occidente per capirci), da far arrivare ai ragazzi con 200-300 USD. Questi pc con Ubuntu come sistema operativo, funzionerebbero benissimo, sarebbero veloci e quanti libri in formato pdf potrebbero ospitare, per il bene dei nostri ragazzi. Non puoi comprare il libro cartaceo, ma con una pennetta puoi salvartene uno in formato pdf e leggerlo al pc in casa. Un pc che può funzionare anche se non hai la corrente in casa, basta una batteria... e il diritto allo studio sarebbe un poco migliorato.

Continuo a SPERARE e ringrazio gli amici che lo fanno con me.

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